Hélène Lagnieu / artista
Nata nel 1957 vive e lavora a Bron (Francia).
Di sé dice: «…le chimere sono ricorrenti, ma anche la figura femminile, il cui corpo diviene terreno di sperimentazione anatomica. Io cerco, a partire da una mitologia personale, attraverso personaggi destrutturati, di tracciare le impressioni che sono all’origine della necessità del mio lavoro», mentre il critico d’arte contemporanea Jean Paul Gavard Perret così si esprime: « Les "incarnations" d’Hélène Lagnieu peuvent être considérées comme un mystère du corps et de l'esprit à travers ses hybrides voluptueusement obscènes à l’intersection des figurations humaine, animale et végétale. Son travail se présente sous la forme d'un récit. L’artiste a pu au fil du temps – même si elle se dit véritablement artiste que depuis quelques années - acquérir une puissance créatrice à travers la peinture et la sculpture. Elle explore un monde complexe construit sur la confrontation avec la matière et la relation des êtres dans leur symbiose avec le monde ».
» http://www.helenelagnieu.fr/
Françoise Donis / Artiste Peintre
Belga d’origine, vive e lavora a Bron.
» http://donis.francoise.monsite-orange.fr/
Véronique Dominici / Artiste Plasticienne & Céramiste
Véronique Dominici è nata nel 1964 ad Avignone dove vive e lavora nel suo atelier come “ceramiste et plasticienne”.
Ha esposto in varie città francesi, fra le quali Parigi, Lione ed Avignone.
La sua produzione, caratterizzata da sculture e “mise en scène”, è poetica e onirica quando trae linfa dal mondo animale e vegetale, ironica o passionale quando l’ispirazione nasce dall’interpretazione del tutto personale della vita di personaggi femminili quali Edith Piaf o Frida Khalo.
Ha esposto per la prima volta nel nostro Paese in occasione della mostra “Tout ne tient qu’à un fil”, organizzata a Spoleto, dal 7 al 21 luglio 2012, dalla Galleria “Officina d’arte &tessuti”, che rappresenta l’artista in Italia.
Ha inoltre partecipato allo SpoletoFestivalArt del 2012 ed al Premio “Dono dell’Umanità” curato dalla Baronessa Maria Lucia Soares”, edizione 2012 a Milano.
» http://veroniquedominici.over-blog.com/
Giovanna Ricotta / performer artista video
Giovanna Ricotta nasce a Loano (SV) nel 1970.
Si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente vive e lavora.
Tra le principali mostre personali e collettive si segnalano: Prossima Apertura GR (Luciano Inga Pin, Milano, 1998); Swimming Pool (2006), a cura di Cristian Gangitano; No sense 1, a cura di Fabiola Naldi (Studio Ercolani, Bologna 2004) e sempre a cura della Naldi, Quei bravi ragazzi (AMT Gallery Como, 2007); partecipazione alla rassegna Videoart Yarbook a cura del Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna (ed. 2006, 2007, 2010).
Videografia: Falloavvenire, 2002 (5’); Ring, 2002 (8’); Go Fly, 2004 (6’); Kiss, 2004 (4’); No sense 1, 2004 (6’); No sense 2, 2005 (6’); Bamboolychees, 2006 (4’); Toilette, 2008 (5’); Fai la cosa Giusta, 2010 (9’17’’); Lucido, 2012 (8’18”); Falene, 2012 (8’12”).
» http://www.giovannaricotta.it/
Alessandro Grazi / Artista grafico
L’incontro casuale o l’effetto di una casualità cercata mi ha consentito di iniziare ad affrontare, in maniera ragionata, il percorso e le suggestioni di un artista, nei confronti del quale una giustificazione sostanziale del mio scrivergli potrebbe essere suggerito dal suo riconoscersi nell’essere una persona che non bada al caso. È dunque quel velo di sostanza “casuale”, proprio dell’atto individuale del parlare, così come inteso da Saussure, sposterebbe la mia attenzione verso quella tendenza di oggettivismo astratto ben più rilevante nella sintassi e nella volontà espressiva del nostro amico, marginando la casualità ad essere non più che un accessorio grammaticale. Andiamo con ordine. Ho incontrato per la prima volta Alessandro Grazi nella sua agenzia di grafica pubblicitaria e da subito ho avuto l’impressione che la sua attività di grafico fosse un semplice pretesto per un’idea di ben più ampio respiro poetico. Tuttavia non posso che riconoscere come tutta la sua ricerca pittorica non possa distaccarsi da una tessitura linguistica forte di una capacità professionale, quella del grafico, che lo tiene in stretto rapporto con la progettualità. Quel suo tracciare le linee ed i segni grafici, il disporre i disegni e le immagini sulla superficie nascono dalla considerazione che lo spazio della tela sia, prima di tutto, una pagina da vedere nel suo insieme. Solo successivamente questo spazio viene scomposto in larghe campiture cromatiche di fondo, con tagli pittorici convergenti al centro e da una ricerca visiva di inconscio pubblicitario. Questi dispositivi grafici ed immaginativi del Grazi tracciano pertanto un percorso di legami determinati a creare un campo di tensione dinamico ed un movimento che attraggono inevitabilmente lo sguardo e che, pur sottolineando marcatamente quel suo doppio radicamento grafico e pittorico, si presentano più di una serie di esercizi sulla mobilità visiva. Una mobilità del gesto tanto di veste espressionistica che di declinazione astratta che non misuratamente evita di accostarsi alle ricerche di movimento di tematica futuristica.
La sua pittura è un’azione o meglio è un atto che cattura un’immagine. Un’”immagine” che rappresenta, volendo citare Ezra Pound, « un complesso intellettuale o emotivo in un istante di tempo ». In tal senso l’artista senese si muove, comprendendo preventivamente la direzione del movimento e dunque mettendo in scena non solo l’oggetto da presentare ma anche il suo polimorfico apparire grafico.
In tal senso lo spazio grafico e l’immagine vanno a creare una sorta di continuità visuale capace di determinare una solida relazione dinamica, fatta da semplici principi percettivi. Ma l’agire del Grazi non è dato solo da un grafismo totalizzante o, come lo stesso lo ha definito, da una “grafica cubica”. La sua pittura perlustra in eguale misura una vivace espansione cromatica che si articola in un tessuto di colori luminosi, intensi e vibranti. Il colore non si connota di una semplice qualità puramente visiva, legata ad una estensione di natura concettuale, ma viene dispiegato sulla superficie come una parola, un grafismo appunto, che si carica di significati sia di puro effetto materiale che di sostanza spirituale e psichica, conferendole una sorta di sonorità Kandinskijiana di risonanza interiore.
Ecco che il mio sguardo nel confrontarsi con le sue opere rincorre una graduale dissoluzione da un senso di ordinata consecutio, di voluto pragmatismo grafico, verso una più aperta frammentazione spaziale e cromatica che, spostando in continuazione la mia attenzione dall’esterno verso l’interno del quadro, mi ha permesso di coglierne a pieno la raffinatezza del sue suggestioni immaginative.
Pertanto, sempre più evidente si manifesta ai miei occhi questa bipolarità antinomica: la sua inclinazione alla modulazione decorativa del colore, sottolineata da una vivida sensibilità cromatica, ed una marcata evidenza grafico-espressionista.
Un terzo punto mi resta da chiarire in questa mia breve presentazione. Il punto, che corre lungo l’intera continuità linguistico-espressiva del Grazi e sulla quale siamo dovuti a soffermarci, è quello del suo “futurismo mancato”.
Il futurismo si presentò come movimento impulsivamente estetico e di valore dinamico, nella cui pittura e scultura il movimento divenne il vero soggetto delle opere. Nel guardare i lavori di Boccioni e Severini si avverte un’energia dinamica ed una forte tensione emotiva, sottolineata da un colore puro e dall’uso di pennellate filamentose che fondevano l’oggetto e lo spazio rappresentato.
Ed ancora, l’arte pubblicitaria fu la vera prosecuzione del futurismo. Depero nel 1919, quando creò la Casa d’Arte Futurista con le funzioni di un’odierna agenzia pubblicitaria, l’aveva considerava il compimento di un’estetica totale, “fatalmente moderna, audace e vissuta”. Ed ancor prima, nel 1913, Marinetti con il Manifesto del Teatro di Varietà citava espressamente il fenomeno pubblicitario con l’uso di un grafismo corsivo ad evocare il “veloce”, il grassetto per le onomatopee violente e gli inchiostri colorati a supporto dell’intonazione e della vocalità (teorizzati da Mallarmé).
Allora, ironicamente, il nostro Grazi sarebbe stato un futurista?
Il suo è un gesto dinamico che gioca con gli spazi, si dispiega sulla superficie con un disegno deciso e con una certa evidenza figurativa. Gioca con ripetute trame di colore che non scompaginano il nostro sguardo ne la messa in scena del soggetto, gioca a riempire gli spazi vuoti, dandogli movimento ed accelerazione.
L’idea che mi suggerisce è quella di voler evocare, come direbbe Ghil, un qualcosa di interiore, una sensazione, un sentimento, un’idea. Tutto si articola in un modo tale da affascinare e che mette a nudo la pittura sciogliendola come se fosse poesia.
Ho come la sensazione che egli voglia compiere un ritratto fuggevole ma di efficace nitore ed insostituibile delicatezza. Si fa poeta di cenno rapido; trepidante delinea con tocchi di accurata levità e come se sussurrasse lo senti urlare.
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Lydia Predominato / Fiber Artist
Nata a Trieste, vive e lavora a Roma. Esponente di spicco della fiber art, ha iniziato la sua carriera
artistica nel 1976 con Enrico Crispolti. Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero tra cui La
Biennale di Losanna (1985), la VI Triennale di Lodz in Polonia (1988 e 1994) e la rassegna Intrecci d’Arte
al Museo Civico di Modena nel 2001. Tra le curatele, si segnalano inoltre le tre edizioni della Biennale di
Amelia “La Fiber Art al Centro”, la mostra sul Libro d’Artista “Le Arti Tessili” a Montereale Valcellina e la
rassegna “Intrecci e Trame di Parole e Fili” a Roma. E’ presente in giurie nazionali e internazionali di
mostre di fiber art. Fa parte del Comitato Scientifico del Premio Internazionale Valcellina. E’ docente
presso l’Accademia Internazionale d’Alta Moda Koefia di Roma. Le sue opere sono presenti presso le collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni (Roma), la Collezione Civica di Chieri (Torino), la Collezione della Triennale Internazionale di Tournai (Belgio), la Collezione della Biennale del Libro
d’Artista di Cassino e la Biblioteca Sperelliana di Gubbio.LYDIA PREDOMINATO
Lydia Predominato è un’artista triestina che da anni vive e lavora a Roma ma che ha sempre proiettato il suo lavoro in campo internazionale, anche perché il suo settore di ricerca è più vivace all’estero che in Italia. Parliamo della Fiber Art, una forma d’arte che implica l’uso creativo delle fibre. Talora viene utilizzato il termine di Textile Art per sottolineare quel settore della Fiber Art che utilizza il telaio per intrecciare le fibre. La Predominato fa infatti parte dell’European Textile Network, una importante associazione, supportata da una grande rivista tedesca, con sede ad Hannover, “Textilforum”, che riunisce artisti e operatori del campo del tessile che si occupano dalla produzione fino alle punte dell’espressione artistica. L’associazione organizza simposi, riunioni e porta avanti tutto ciò che concerne l’arte e la cultura tessile.
La Predominato è membro anche del Consiglio Scientifico dell’Associazione Le Arti Tessili di Montereale Valcellina, la più importante associazione nazionale che cura l’arte tessile come cultura, ricerca ed espressione d’arte contemporanea. In questo ambito è anche co-curatrice del Premio Internazionale Valcellina per giovani artisti tessili.
L’artista ha collaborato a fondare la cattedra di Tessitura presso la Scuola delle Arti Ornamentali del Comune di Roma, ha insegnato all’Istituto Superiore di Restauro di Roma ed insegna attualmente all’Accademia di Alta Moda Koefia di Roma. Tutto questo testimonia il livello alto del suo operato di artista e di ricercatore che le è stato altresì riconosciuto dal conferimento, a Roma, dell’ambito Premio Massenzio alla carriera (2007). Oltre ad essere invitata alle principali manifestazioni di settore, come il Miniartextil di Como e la Biennale di Chieri, lei stessa si è attivata per promuovere la Fiber Art.
Tra i suoi più importanti impegni va ricordata la cura, insieme a Bianca Lami, della mostra “Off-Loom”, prima rassegna della Fiber Art nazionale presso il Ministero dei Beni Culturali a Roma. Ha anche ideato la Biennale “La Fiber Art al Centro”, con sede ad Amelia, manifestazione internazionale che nel 2006 è giunta alla terza edizione.
La ricerca dell’artista si esplica soprattutto nella dimensione off-loom, cioè fuori del telaio, con l’utilizzo di molteplici mezzi espressivi tra i quali anche la performance e l’opera video. Una delle sue ultime realizzazioni è un’opera video dal titolo “Labirinto. Ancora il filo di Arianna” in cui protagonista è l’artista stessa che dipana un lungo filo. Così la Predominato ha commentato la sua opera in una intervista rilasciata a Maria Pia Michieletto per la rivista on-line “Pianeta arte”: «Il filo è la comunicazione e io nel percorso del labirinto incontro le figure archetipiche della nostra vita che sono la madre, il padre, il compagno, il figlio e il mio tentativo di passare questo canapo bianco è il tentativo della comunicazione, dello scambio. Quando arrivo alle tre figure femminili il discorso è differente perché le tre figure femminili rappresentano le tre età cioè la giovane, la donna di mezzo e la donna grande di anni e io passando il canapo a ciascuna di esse ritrovo la mia identità femminile che poi si somma nei tre volti che si sovrappongono l’uno all’altro fino a formare il mio». La Predominato non è nuova all’uso dell’arte come ricerca del sé e quindi come stimolo, per il fruitore, alla riflessione.
In tale ottica si pongono infatti i suoi “termocromi”, una serie di opere con fili sovrapposti alle termografie, immagini che registrano, con vari colori, il diverso calore delle varie parti del corpo, nel caso specifico del corpo dell’artista. Ogni opera diventa una riflessione sulle possibilità empatiche dell’artista con l’opera stessa e dell’opera col fruitore. Fili di lana, seta o cotone, nastri, carta, fili metallici o plastici… tanti sono i materiali usati per intrecciare, tessere, annodare, in un lavoro lungo e paziente, che simboleggia la vita stessa. Non a caso nel mito la vita è affidata alle filatrici Cloto, Lachesi ed Atropo. Al filo è legato anche il tema del labirinto, a cui l’artista ha dedicato, oltre al video, anche opere in plexiglas e carta. E’ interessante notare come il lavoro di Lydia Predominato rappresenti un perfetto equilibrio tra tradizione ed innovazione in una visione della donna veramente completa.
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Emanuela Duranti / Fotografa
Emanuela Duranti, di origine spoletina, nasce a Foligno.
Dopo alcuni anni vissuti in Francia torna a Spoleto dove attualmente vive e lavora.
Dopo gli studi presso l'Istituto Magistrale di Spoleto, abbraccia con passione la fotografia.La costante attività creativa-fotografica fonte di ricerca diventa ben presto una professione.
Inizia a frequentare lo studio di M. Giacomelli a Senigallia.
Negli anni '90 a Spoleto è attiva in varie attività associative con altri fotografi con i quali fonda il FOTOCLUB "64", organizzando mostre e concorsi a livello nazionale fra i quali:
"SPOLETO FOTOGRAFIA",che dal 1993 al 1995 ha ospitato fotografi come C.M. Garrubba e M.Dondero;il "CALEIDOSCOPIO" percorso tra artigianato e arte a Bevagna; una importante retrospettiva di M.Giacomelli, nel 1992.
Partecipa a numerose mostre, fra le quali "Ritratti" presso il Palazzo Comunale di Padova nel 1992; Fotogalleria ANAF a Paternò (Catania) 1992; Palazzo Comunale di Cremona 1992; Rassegna di fotografia Contemporanea Umbra a Spello 1992, dove viene premiata; Studio A'87 Chiesa di S.Carlo a Spoleto, a cura di M.Jacob 1994; partecipa alla collettiva " Una luce per Sarno", mostra itinerante 2003/2004, curata da Ernesto Terlizzi.
Nel 2005 cura la fotografia per il libro "CASTEL S.GIOVANNI" di Castel Ritaldi, un borgo minore al centro della ricerca storica.
Nel 2007 pubblica il suo libro SPOLETO "una città in particolare" con una mostra nella Sala degli Ori del Comune di Spoleto; realizza le foto per la pubblicazione "LE CHIESE DI S.MARIA" tra il Medioevo e la Modernità nell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia.
Sempre nel 2007 la Pro-loco di Spoleto le assegna il "PREMIO SIMPATIA" per l'impegno nelle attività culturali della città.
Il 16 marzo 2008 inaugura la mostra "SPOLETOSFERA la città celeste", inaugurando il percosso del tapis roulant come spazio espositivo. Le immagini indagano le pitture murali dell'artista Franco Troiani, che animano tutti e tre i piani della nuova struttura, non limitandosi a fotografarle ma, seguendo le emozioni che suscitano, entrando nell'opera e reinterpretandola.
Seguono nuove mostre fino ad oggi e ne segue un'evoluzione della rappresentazione artistica assai singolare, che può apprezzarsi nel lavoro "Il viaggio" presentato a Spoleto nel 2013 e, con una selezione di foto,nell'ambito di Spoleto Festival Art 2013.
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Maria Carmela Milano / Visual artist
Maria Carmela Milano, is an interdisciplinary artist, graduated at the "Academy of Fine Arts of Rome". The passion for metal working brings her to the first workshop with Ferruccio Maiern, where she starts working the iron, building autonomous mechanical sculptures and continuing her studies at the engraving of St. James School of Rome, where she specializes as an engraver and printmaker. Always fascinated by the work on body and by the infinite possibilities of interaction through it, she directs her research through different modes of expression, from photography to printmaking, from body art to mechanical installations. In 2001 she founded, together with other artists and performers the collective Santasangre, company internationally renowned. Artistic research in the body of Maria Carmela has a fundamental role: "The body is the maker of all those processes of communication and connection to the world outside". It is through my body skin, emotions, memory and clothes, shared with the surrounding world, that the intimate mood becomes material and observable. Maria Carmela Milano proposes, through the use of different languages, situations where the body reveals its deepest and inner nature , free of any superstructure.
From January 2010 enters the archive DOCVA Via Farini, Milan.
From April 2010 becomes part of the collective Hysterical Women in London. From November 2010 becomes working with the collective works of Rome BUNKALab
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Franz Borghese / artista
Franz Borghese nasce a Roma 21 gennaio 1941.
Compie i suoi studi presso l'Accademia di Belle Arti e Liceo Artistico di Roma, con Domenico Purificato, Giuseppe Capogrossi e Giulio Turcato. Nel 1964 fonda la rivista d'arte e cultura "Il ferro di cavallo".
Le sue prime personali: nel 1968 alla Galleria "N.F.1" di Roma; nel 1969 ed il 1971 alla Galleria ne seguono numerose in Italia ed all’estero. In particolare
Da segnalare nell’86 al Museo Nazionale di Castel San’Angelo e nel 1990 alla galleria Arte Immagini Santerasmo di Milano. Galleria che costituirà un riferimento dell’artista fino alla sua morte, che avverrà improvvisamente il 16 Dicembre 2005
Una poetica quella di Borghese che non si rinchiude nei confini dell’espressionismo ma manifesta la sua critica sociale in maniera diversa. Graffiante, ma non tragica nella sua espressione artistica.
Comunque dotata di una forte emotività nella rappresentazione dei vari personaggi che popolano la vita o la fantasia di ognuno di noi.
Si è parlato molto sull’ironia che l’artista mostra nei suoi lavori, ma è solo la cornice di una più profonda volontà di conoscenza dell’umano e di tutto ciò che lo circonda.
In sostanza in quelle figure a volte grottesche, a volte simboliche, a volte anonime come manichini, vengono espresse le nostre aspettative e frustrazioni.
In realtà quegli uomini in tuba, trampolieri e funamboli o quelli in divisa, che sembrerebbero costituire l’autorità, non rappresentano solo una condizione sociale, ma stereotipi costruiti per un‘analisi della condizione umana dove siamo tutti presenti..
In questo Borghese, al di là degli aspetti specifici di critica dei comportamenti, supera il particolare per tendere a raggiungere una visione universale che riguarda l’umanità. Noi tutti con le nostre debolezze, i nostri vizi, le nostre passioni, le nostre ansie e con la fatica e la gioia del vivere.
Le folle che si accalcano per qualche avvenimento o per godere ciò che la natura offre, ne sono la conferma.
Un’artista complesso, dove il valore figurativo, a volte anche violentemente espresso, sintetizza una visione reale ma anche fantastica della vita, senza etichette ed al di fuori di canali già definiti.
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Evelyne Postic / artista
Nata a Lione nel 1951 dove vive e lavora.
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RASSEGNA BIENNALE DI FIBER ART SPOLETO#CONOSCERE /
Sabato 8 dicembre si inaugura a Spoleto la prima edizione della Rassegna Biennale di Fiber Art#Conoscere, ideata ed organizzata dall’Officina d’Arte&Tessuti e curata da Maria Giuseppina Caldarola e Margherita Labbe.
Si inizia alle 12 a Palazzo Collicola, dove sarà presentata la manifestazione, per poi spostarsi al Museo del Costume e del Tessuto ed alla galleria Officina d’Arte&Tessuti.
Tre spazi, tre momenti differenti per prendere visione di quanto la Rassegna propone, a partire dai due pilastri sui quali si articola: l’uno consiste in un panorama, naturalmente non esaustivo, ma significativo, di quanto è presente nel mondo della Fiber Art; l’altro si focalizza sulla Ricerca.
Nel primo caso Palazzo Collicola accoglie una mostra ad invito, affiancata ed arricchita dal Progetto “Rizomatica” ideato e curato da Pasquale Fameli, che si ispira alla metafora del filosofo Gilles Deleuze e dello psichiatra Félix Guattari, con la quale viene descritta la struttura complessa e indeterminata della cultura postmoderna paragonandola a un rizoma.
Sempre in questa sede è presente il focus sulla Repubblica della Lituania, reso possibile dalla collaborazione con l’Istituto Culturale Lituano e patrocinato dall’Ambasciata della Lituania in Italia. La rappresentanza si compone di tre artiste, note a livello internazionale, docenti presso l’Accademia delle Arti di Vilnius. Ognuna di loro svolge, da tempo, un percorso personale di ricerca nel campo della Fiber Art. Non potranno essere presenti all’inaugurazione, ma solo successivamente, il primo marzo, per tenere una conferenza (luogo ed orario da definire).
Il Museo del Costume e del Tessuto ospita invece la sezione Ricerca, che viene analizzata da diversi punti di osservazione:
- la Ricerca svolta nelle Accademie e quella, silente e quasi sotterranea, che viene praticata nelle tante iniziative pubbliche e private che si organizzano, talvolta attorno ad un artista, che mette in comune le proprie conoscenze e la propria esperienza., che coinvolge ed avvicina giovani ed appassionati di ogni età nel prendere contatto con l’espressione creativa, a partire dal proprio personale percorso, in una visione non più solo didattica ma di autentico valore sociale.
Questa tematica viene in particolare indagata nell’ambito del Progetto “Ritagli d’Arte. Nuove declinazioni del riuso”. Grazie alla collaborazione attivata con la Ditta Galassia di Perugia, produttrice di maglieria in cashmere e filati di alta gamma, gli artisti, i docenti, gli studenti hanno trasformato in Arte gli scarti del processo industriale, normalmente destinati alla discarica o al massimo alla lavorazione di un sottoprodotto di bassa qualità. L’adesione è stata molto significativa. Per noi ha costituito un risultato molto importante, ottenuto anche grazie all’impegno profuso dalla professoressa Margherita Labbe, docente dell’Accademia di Brera.
Le Associazioni private che svolgono attività di ricerca artistica coinvolte sono: “Verdaqua” di Venezia, fondata dall’artista Anna Moro-Lin e la DARS di Udine promotrice della Biennale del Libro d’Artista dedicata a giovani artisti e studenti di Accademia.
Infine due Progetti Speciali della Biennale: videoarte e musica.
Per la prima, la galleria Officina d’Arte&Tessuti ospita nella sede di Via Plinio il Giovane, 6/8 una video-installazione di Audrey Coianiz/Basmati Film, un video mosaico di Francesco Bartoli e due video di Valerio Ambiveri, docente a Brera.
Alla musica sono dedicati due appuntamenti: il primo è un concerto nel centenario della morte di C. Debussy che si terrà domenica 16 dicembre alle ore 11 presso la Sala Pegasus. L’altro chiude il Programma della Rassegna l’8 marzo quando il M° Salvatore Sciarrino terrà una conferenza sulla musica contemporanea.
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«PERCORSI MUSICALI DEL NOVECENTO» / Il Tardo Romanticismo
Il 13 settembre p.v. alle ore 11 presso la Sala Pegasus in Spoleto la galleria riprenderà le attività, a partire dal concerto previsto per il 7 marzo scorso, cancellato a seguito dell'inizio del confinamento per Covid19.
Nel programma di concerti 2019/2020, che caratterizza i "Percorsi musicali del Novecento", non poteva mancare un focus sul Tardo Romanticismo, in quanto proprio dalla fine dell’800 ai primi del ‘900 alcuni musicisti svilupparono quegli elementi linguistici che successivamente contribuirono a definire la diversa poetica della Musica Moderna.
Sono stati scelti due Autori simbolo del periodo in esame: Richard Wagner, attraverso una magnifica trascrizione di Franz Liszt dal“Tristan und Isolde” e Richard Strauss. Il primo contribuisce a mettere in crisi il linguaggio romantico, mentre il secondo si esprimerà, con alterne fasi per tutta la sua carriera, con un linguaggio molto personale sulla linea propria del c.d. Tardo Romanticismo. Un altro musicista presente nel concerto é Charles Auguste de Bériot. Vissuto nell’800, è stato inserito a testimonianza della diversità dello stile romantico nei confronti di Wagner-Liszt e Strauss.
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